Teatro

Speciale Fringe 2013

Speciale Fringe 2013


Ri-evolution si impone prima di tutto per la cura e lo sforzo produttivi, approntando una messinscena ambiziosa a cominciare dallo spazio scenico: le sedie riassestate a semicerchio, la scena spostata dal palco allo spazio antistante dove campeggia la biblioteca di Villa Mercede, sfruttandone la parete come schermo per la videoproiezione del primo e del terzo quadro; gli elementi scenografici coi quali interagiscono le due interpreti del secondo quadro, e una videocamera che trasmette le immagini su di un monitor di proscenio.

Lo spettacolo si presenta con una cifra stilistica ben precisa che passa anche per la grafica della video arte in una interazione tra video e drammaturgia che trova nella performance un perfetto crocevia.

Il primo quadro consiste di un  brevissimo monologo  nel quale Eva si presenta in costume semi-adamitico (un triangolo color carne le copre solamente la parte non glabra del pube) mentre la videoproiezione ne illumina solamente alcuni dettagli anatomici (il pube, sul quale si muove una animazione iscritta in un rettangolo di luce, il viso e le mani una che tiene la mela e l'altra una sigaretta) mentre forme geometriche disegnano lo spazio scenico che si fa scenografia.

Nel secondo quadro due presenze femminili interagiscono con i due elementi scenografici che le contraddistinguono, una sedia su ruote e una scrivania, facendoli diventando parte integrante della drammaturgia.

Entrambe le donne attendono un uomo (lo stesso?) e quando questi compare in scena, in maniche di camicia e cravatta,  sottoponendo una delle due donne a del sesso orale orale l'azione si blocca mentre l'altra donna, seduta su di un sanitario, di spalle al pubblico, si
lascia andare a una confessione interiore fatta di paure e di volontà di riscatto, a favore di una videocamera che ne raccoglie i dettagli del viso, deformandoli e trasmettendoli al monitor di proscenio.

Una messinscena imponente, sostenuta  dalla bravura delle tre interpreti che danno credibilità a dei personaggi controversi, grotteschi, descritti con misogina malizia, che si rivela la classica montagna che partorisce il topolino: il testo, a dir poco disarmante.

Ri-evolution ruota attorno l'asservimento sessuale delle donne al maschio, un asservimento che non passa attraverso il sesso usato come strumento di potere e attarverso la violenza (tra stupri e femminicidi) ma come un modus operandi scelto dalle donne che hanno deciso di esistere solo come appendice dell’uomo come si legge nel programma di sala.

Donne che lottano
- si legge ancora - per una porzione di potere riflesso, che più del corpo
vendono le proprie aspirazioni, la propria capacità di sognare, la propria indole alla rivoluzione.


Una indole alla rivoluzione ribadita da una rinata Eva che nel quadro conclusivo inneggia una rivoluzione genetica, una ri evoluzione che parta dalla fica  come si legge sul sito della compagnia.

Priva di uno specifico politico, la rivoluzionarietà della donna per Paolo Di Maio, autore della piéce e regista dello spettacolo, risiede nella sua vulva (Eva, nel finale inneggia a una rivulvazione) secondo una sineddoche squisitamente maschilista.

Eva auspica anche una rivoluzione lessicale contraddetta però dal lessico patriarcale e fallocentrico del testo: Eva si lamenta che Adamo non ha le palle (letterale nel testo) cazzo è l'imprecazione più ricorrente e anche il vaffanculo finale - rivolto qualunquisticamente alla democrazia e alla dittatura, e, naturalmente (sic!) anche alle donne, non è da meno.

Un testo talmente obnubilato dal sesso orale che si produce in un reiterato riferimento alla fellatio con tanto di decalogo della perfetta fellatrice ripetuto dalle due donne come un mantra.

Due donne che sono sospettose e in competizione e non riescono mai a solidarizzare in una lotta di classe che passa anche attraverso la denuncia dello sfruttamento del loro corpo. Più che vittime appaiono due sprovvedute che fanno della fellatio, pratica degradante, la loro religione. La cui fragilità che emerge negli a solo detti sul bidet e tutta dentro una cornice privata e personale niente affatto pubblica e politica come dovrebbe essere.


Una pratica orale degradante solo per la donna che la fa e non per il maschio che la riceve tanto che la posizione in ginocchio è vista come posizione da sesso orale (come si può leggere sempre sul sito della compagnia).

Solo se a inginocchiarsi sono le donne beninteso, perchè quando invece si inginocchiano
gli uomini vengono investiti come cavalieri dal re o come papi dall'imperatore.

Incapace di offrire una vera lettura politica del sesso usato come strumento di potere Ri-volution si limita a dare in pasto al pubblico ludibrio la disponibilità sessuale della donna che sembra l'unica colpevole in quanto fellatrice senza che nell'equazione entri mai il maschio che della fellatio è il beneficiario.

Ri-evolution al pubblico del Fringe è piaciuto tanto da farlo arrivare in semifinale, perchè coglie evidentemente un sentire comune che, ancora oggi nel 2013, vede in un uomo che usa il sesso come mezzo di potere un maschio di successo e in una donna che fa lo stesso una puttana, in una irricevibile, maschilista e patriarcale asimmetria di genere.